Resistenza batterica agli antibiotici, aumenta in modo allarmante

In occasione della Giornata Europea degli Antibiotici che avrà luogo domani 18 novembre in tutta Europa, l’Istituto Superiore di Sanità ha lanciato ancora una volta l’allarme sull’aumento della resistenza agli antibiotici da parte di alcuni batteri.

In particolare si parla di due batteri molto pericolosi quali l’Escherichia Coli e la Klebsiella pneumonie che sono diventati, negli ultimi quattro anni, più difficili da combattere e sradicare.

In realtà gli antibiotici sono farmaci comuni che normalmente vengono prescritti quando è in corso un’infezione batterica.

La loro scoperta e la loro utilizzazione in massa ha cambiato radicalmente il concetto di intervento nelle patologie ad origine batterica ed ha salvato milioni di vite umane.

Il problema è che è oramai sempre più presente e pericoloso una specie di rovescio della medaglia legato al cattivo uso di questi farmaci, anche e soprattutto quando vengono assunti per situazioni in cui non servono a niente.

Prima di passare a vedere che cosa significhi la resistenza all’antibiotico e come essa stia modificando le terapie necessarie a sconfiggere questi batteri, ricordiamo e ricordiamoci poche piccole regole che ci possono aiutare ad usare gli antibiotici correttamente ed evitare di incappare in un batterio resistente.

La prima regola è che l’antibiotico si prende solo ed unicamente quando c’è un medico che vi ha visitato e che lo ha prescritto.

La seconda è sapere e ricordarsi che sono farmaci che combattono le infezioni provocate da batteri e che sono quindi inutili nelle patologie legate ai virus, come il raffreddore o l’influenza, a meno di alcune situazioni in cui si torna al punto primo, cioè sarà il medico a decidere se usare un antibiotico per alcune situazioni specifiche, e non voi o il farmacista.

La terza regola è che gli antibiotici non prevengono le malattie, o servono perché il vostro medico ha detto che c’è ne è bisogno oppure non servono.

La quarta regola è quella di prendere l’antibiotico prescrittovi dal vostro medico, seguendo esattamente la posologia che lui vi ha prescritto.

Quello che accade moltissime volte, ed è una delle cause della resistenza, è che si prende l’antibiotico i primi tre giorni poi, visto che ci si sente meglio, lo si sospende commettendo un gravissimo errore.

Per ultimo, se pensate che per una qualunque ragione quell’antibiotico non vada bene per voi parlatene con il medico e non cambiatelo da soli.

Seguendo queste regole si eviterà di creare super batteri resistenti, come sta accadendo da vari anni e come accade per i due batteri sopracitati che, da soli o in combinazione con altri con cui si “mescolano”, danno vita ad infezioni multi-resistenti quasi impossibili da curare e che impediscono una corretta guarigione.

A ciò si può aggiungere che purtroppo negli ultimi anni, i due "superbatteri" sotto sorveglianza, l’Escherichia e la Klebsiella, hanno sempre maggiore capacità di resistere ai medicinali e sono responsabili di infezioni urinarie, sepsi ed altre infezioni cosiddette ospedaliere, ovvero che si prendono in ospedale, patologie per le quali c’è un aumento delle percentuali di resistenza, anche alle cefalosporine di terza generazione, o ai fluorochinoloni ed agli aminoglicosidi, che causano infezioni difficili da trattare.

Antonio Luzi

Pubblicato 19/11/2013

IN ARGOMENTO:

La lotta contro i super batteri resistenti agli antibiotici

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