Pillola del giorno dopo, via libera dei vescovi tedeschi solo in caso di stupro

La conferenza episcopale tedesca ha da poco detto che le cliniche cattoliche in Germania sono autorizzate a somministrare la Pillola del giorno dopo alle donne che abbiano subito violenza sessuale.

La decisione è stata presa poiché la pillola evita la fecondazione e non perché sia abortiva.

E’ sicuramente un gran passo avanti, o quanto meno una positiva novità, per tutti quelli come noi di Vita di Donna che da molto tempo si battono affinché sia definitivamente accettato quello che è stato stabilito in forma ufficiale e cioè che la pillola del giorno dopo, in quanto impedisce la fecondazione, non è una pillola abortiva.

Di fronte alla evidenza scientifica ed al fatto che in quasi tutta Europa la pillola sia considerata non un farmaco abortivo, e che in molti paesi sia venduta come prodotto di banco al pari del paracetamolo, noi abbiamo ancora una situazione in cui questa verità scientifica è negata ed in cui i farmacisti di area cattolica integralista tentano di non darla, quand’anche sia prescritta, adducendo, falsamente, il loro diritto all’obiezione di coscienza

La notizia della decisione della conferenza episcopale tedesca quindi ci rallegra e rappresenta un primo passo verso l'accettazione dell'autodeterminazione delle donne.

Forse varrebbe la pena di ricordare ai nostri soloni che c’è un paese civilissimo, e che quasi sempre è ai primi posti dell’Indice di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite, in cui l’interruzione di gravidanza è considerata una normale prassi sanitaria.

Questo paese è il Canada in cui nel 1988 venne cancellata la legge che regolamentava il diritto all’aborto perché secondo la Corte suprema:

”ogni individuo deve avere garantito un certo grado di personale autonomia su tutte quelle decisioni intime che riguardino la sua vita privata.

La libertà in una società democratica e libera non richiede che lo stato approvi queste decisioni ma semplicemente che le rispetti.”

Questa sentenza fu emessa a proposito del contenzioso in cui le associazioni cattoliche volevano che la legge (restrittiva) sulla interruzione di gravidanza non venisse abrogata e che le donne fossero obbligate, nel caso in cui volessero interrompere loro gravidanza, a presentare formale domanda ad un comitato che avrebbe dovuto valutate la accettabilità di tale richiesta.

Da allora, dal 1988 cioè, il Canada non ha una legge specifica sulla interruzione di gravidanza in quanto da un lato l’intervento è considerato un normale intervento praticato dal Servizio Sanitario Nazionale, e dall’altro le donne non debbono spiegare a nessuno, e quindi tantomeno allo Stato, il perché delle loro decisioni.

A ciò vorrei aggiungere, sempre per aiutare la memoria dei nostri soloni, un articolo recentemente pubblicato dall’Accademia Americana di Pediatria nel quale la dottoressa Collette Breuner professore di Medicina Adolescenziale nel Dipartimento di Ortopedia nell’Ospedale Pediatrico presso l’Università di Washington, diceva dell'importanza di dare alle ragazze una prescrizione della pillola del giorno dopo affinché la avessero sempre con se e non dovessero, in caso di necessità, andare a cercare chi gliela poteva prescrivere.

Nel suo articolo la dottoressa, tra l’altro madre di tre figli, scriveva che : ” Noi sappiamo che nella fascia di età tra i 15 ed i 19 anni all’incirca il 33% dei ragazzi diviene sessualmente attivo a 15 anni, e che questa percentuale aumenta del 70% al raggiungere i 19 anni. E questi ragazzi usano sistemi contraccettivi?

Non sempre. Molte volte noi scopriamo questo dopo che ci sia stato l’atto sessuale e scopriamo che non c’è stata nessuna protezione. E questo è un grande problema. In più sfortunatamente nel 10% dei ragazzi che hanno avuto un rapporto sessuale, questo non era consensuale. E’ un rapporto forzato e lo è senza aver alcuna precauzione. Questi ragazzi debbono sapere dell’esistenza della contraccezione d’emergenza. Cosa è la contraccezione d’emergenza? Non è una pillola abortiva”.

Questo è ciò che accade nel mondo. Speriamo fortemente che ciò che ha affermato la conferenza episcopale tedesca apra il cammino ad un mondo un po’ più moderno, secondo noi, ed in ogni caso rispettoso del diritto inalienabile, come ha sentenziato la Corte Suprema del  Canada, di ogni donna di avere diritto alla sua autodeterminazione.

di Antonio Luzi

Pubblicato il 21/2/2013

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